Fertilizzante: guida all’uso per orto e colture professionali

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Scopri quale fertilizzante scegliere per il tuo orto o la tua azienda agricola.

La scelta del fertilizzante si rivela di estrema importanza per implementare la qualità del suolo come della singola coltura. Influenza perciò il risultato finale nel breve e nel medio-lungo termine.

Ciò vale sia per chi fa l’orto a livello amatoriale sia per i professionisti del settore e oggi vi proponiamo alcuni consigli così da comprendere, di volta in volta, come fare la scelta giusta.

Cos’è un fertilizzante e a cosa serve

Vediamo prima di tutto cosa sono i fertilizzanti, i quali rappresentano, in primo luogo, degli strumenti con cui implementare le proprie performance in agricoltura. 

Si tratta di prodotti che hanno come scopo quello di “nutrire il terreno fornendo le sostanze utili a renderlo fertile e in grado di sostenere le coltivazioni”, come illustra il portale Geopop. Il popolare sito di divulgazione riporta come riferimento quanto reso noto nella Legge 748/1884, rendendo noto quanto segue, nell’ottica di informare con maggiore chiarezza:

si intende infatti per fertilizzante “qualsiasi sostanza che, per il suo contenuto in elementi nutritivi oppure per le sue peculiari caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche contribuisce al miglioramento della fertilità del terreno agrario oppure al nutrimento delle specie vegetali coltivate o, comunque, ad un loro migliore sviluppo.”

Tipi di fertilizzanti

Esistono molteplici tipi di fertilizzanti. Le categorie principali sono quattro: organici, chimici, liquidi e granulari. Analizziamole una per una.

Organici

Quando si parla di concime organico si fa riferimento a sostanze naturali, ottenute a partire da residui che possono essere di matrice vegetale/animale.

Questo tipo di soluzioni risulta essenziale per una crescita green e quindi sostenibile delle piante, nel rispetto dell’ambiente e degli esseri viventi che in esso vivono, uomo incluso. I fertilizzanti organici sono d’uso comune in agricoltura biologica e non solo. Tra questi si annoverano letame, stallatico, ecc.

Chimici

I concimi chimici sono noti anche come sintetici oppure inorganici. Si tratta di sostanze di sintesi - e quindi chimiche - che vengono aggiunte di volta in volta alle piante oppure al suolo al fine di implementarne la performance e in particolare la crescita.

Questa tipologia comprende una vasta gamma di prodotti, catalogati secondo tre tipi di fertilizzanti principali: 

azotati, ovvero a base di azoto; 

potassici, ovvero a base di potassio;

fosfatici, ovvero a base di fosforo.

Un concime inorganico particolarmente apprezzato è il solfato di potassio. Si distingue per il fatto che fornisce un lento rilascio delle sostanze - zolfo e potassio - nutrendo il terreno più a lungo e in profondità. Questa peculiarità lo rende particolarmente rinomato in colture come pomodori, zucchine e peperoni, tutelandole da diverse malattie tra cui il Mal Bianco.

Liquidi e granulari

I concimi liquidi sono di matrice idrosolubile e assicurano diversi vantaggi interessanti. Ecco i più rilevanti:

sono applicabili sulle foglie e direttamente sul terreno;

garantiscono un migliore conferimento dei nutrienti, agendo nel medio-lungo periodo;

sono di semplice applicazione;

assicurano risultati ottimali grazie a un minore calpestamento della superficie in cui sono ospitate le piante;

hanno un costo più basso per quanto concerne la manodopera.

I concimi granulari presentano un aspetto solido e sono anch’essi molto apprezzati come fertilizzanti per l’orto, in quanto:

emergono per la facilità d’uso;

rilasciano i nutrienti poco alla volta;

consentono di intervenire in maniera specifica, a fronte di una distribuzione uniforme nel terreno.

Hanno però degli svantaggi:

comportano un maggior calpestio del terreno attraverso l'impiego di macchine agricole;

sono più soggetti a immobilizzazione e lisciviazione;

denotano un’efficienza tra il 30 e il 70% rispetto al volume conferito.

Complessivamente entrambe le tipologie di fertilizzante sono valide. La scelta dipende dalle specificità contestuali e dalle peculiarità distintive della pianta.

Come scegliere il fertilizzante giusto

La scelta del fertilizzante giusto deve prima di tutto tenere conto del contesto in cui occorre procedere: la concimazione della vigna, ad esempio, segue regole diverse da quella di un orto coltivato secondo i dettami dell’agricoltura biologica.

Da questo esempio, inoltre, è facile comprendere come il metodo di coltivazione adoperato influisca in maniera altrettanto determinante: gli standard dell’agricoltura biodinamica sono differenti da quelli dell’agricoltura tradizionale, così come la qualità del raccolto.

Altri fattori da considerare sono quelli che seguono:

tipo di pianta;

stato in cui versa la pianta;

variazioni inerenti il clima;

presenza di parassiti e/o di malattie;

tempo a disposizione da dedicare alla somministrazione e al monitoraggio del fertilizzante.

Quando e come applicare i fertilizzanti

Ogni fertilizzante ha una storia a sé: occorre quindi leggere con attenzione le indicazioni riportate dal produttore sulla confezione, sia per quanto concerne le modalità di applicazione che le tempistiche. 

Proponiamo alcune indicazioni di natura generale nell’ottica di offrire una panoramica esaustiva:

i concimi liquidi tendono ad agire nel terreno rapidamente: meglio perciò conferirli in piccole dosi, ma spesso;

per quanto riguarda le dosi, è consigliabile attenersi con precisione millimetrica a quanto riportato nella confezione, senza eccedere né deficitare;

è buona prassi concimare soprattutto in primavera e in estate, quando le piante sono più attive; meno in autunno e in inverno, quando le piante sono più “in letargo”.

Infine, ma non meno importante, la concimazione delle piante non è mai un intervento da valutare estemporaneamente. Occorre infatti pianificarla per tempo, così da essere pronti ad affrontare anche gli imprevisti che, di volta in volta, possono subentrare, richiedendo delle variazioni rispetto a quanto pensato.

Errori da evitare

L’uso dei fertilizzanti non è la panacea a tutti i problemi, non diversamente da quanto avviene nel caso della somministrazione dei farmaci in medicina. 

È qualcosa da valutare con conoscenza di causa e di contesto, alla luce dello stato di salute delle piante e delle altre specificità che abbiamo visto in precedenza.

Gli errori da evitare, pertanto, sono soprattutto i seguenti:

conferire più/meno prodotto di quanto necessario;

procedere quando le foglie risultano bagnate: è facile che si brucino e la pianta si danneggi irreparabilmente;

procedere quando c’è troppo caldo, cosa che è facile capiti in estate. Questa stagione richiede quindi qualche accortezza in più, in termini di programmazione e non solo;

scegliere un prodotto non idoneo al tipo di pianta;

non innaffiare abbondantemente dopo aver somministrato il trattamento. Questa pratica è essenziale in termini di performance.

Infine, l’errore forse più “grave da evitare” è quello di optare per metodi di coltivazione poco dinamici, come quelli che non prevedono una rotazione delle colture. Anche la somministrazione del fertilizzante sarà statica, senza dare i risultati sperati.

 
Pubblicato in: Concimazione

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