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La legge di Liebig o legge del minimo è un principio di agronomia sviluppato da Carl Sprengel nel 1828 e reso popolare in seguito da Justus von Liebig. Esso afferma che la crescita è controllata non dall'ammontare totale delle risorse naturali disponibili, ma dalla disponibilità di quella più scarsa.
Questo concetto venne applicato originariamente alla coltivazione delle piante o dei raccolti: si scoprì che l'aumento delle sostanze nutrienti già abbondantemente disponibili non migliorava la crescita. Solo l'aumento della somministrazione della sostanza nutriente più carente causava un miglioramento nel fattore di crescita delle piante o dei raccolti.
Barile di Liebig
Per spiegare la sua legge Liebig usò l'immagine di un barile, che in seguito venne chiamato barile di Liebig. Così come la capacità di un barile con doghe di lunghezza diversa è limitata dalla doga più corta (elemento nutritivo o fattore di crescita meno disponibile), anche la crescita di una pianta è limitata dalla sostanza nutriente disponibile in quantità minore. Ma per tale criterio non bisogna considerare solo gli elementi nutritivi (macro, meso e microelementi), bensì tutti i fattori di crescita indispensabili alla fisiologia della pianta: luce, temperatura, acqua, ecc..
Infatti, la crescita di una pianta può dipendere da un numero diverso di fattori come la luce solare, la temperatura, l’acqua, la disponibilità di elementi nutritivi e sostanza organica, e altri fattori inconsueti e molto spesso sottovalutati (salinità, ph, ecc.). La disponibilità di tali fattori può variare in maniera tale che, in tempi differenti, uno di essi sia più limitato di altri. La Legge di Liebig afferma che la crescita avviene con la velocità permessa da quello più limitato. In condizioni di equilibrio stazionario, le sostanze essenziali disponibili in quantità prossime al minimo necessario tendono a divenire limitanti.
Qualche esempio pratico:
-In una coltivazione di grano duro effettuata al sud, il fattore limitante può essere l’acqua; possiamo fare un’ ottima ed abbondante concimazione di fondo e di copertura, ma, se non cadrà pioggia sufficiente e nei periodi giusti, i risultati saranno scarsi e le concimazioni effettuate potrebbero risultare dannose in seguito al fenomeno della osmosi inversa. Avremo migliori risultati dove abbiamo concimato di meno o non abbiamo concimato affatto (nel caso di grave siccità).
-In una coltivazione di pomodoro o altri ortaggi estivi da pieno campo, abbiamo fatto un’ottima concimazione di fondo, abbiamo trapiantato e, a piantine attecchite, cominciamo a dare acqua e nutrimento per fertirrigazione. Ma siamo ad aprile, le temperature si sono abbassate di nuovo e le piante non crescono, anzi si anneriscono. In questo caso il fattore limitante può essere la temperatura. Prima di concimare magari è meglio dare uno sguardo al meteo.
In definitiva nello stabilire un piano di concimazione colturale bisogna prima di tutto tenere conto della dotazione in essere del terreno, possibilmente ricavate da un’analisi chimica. In mancanza di analisi è opportuno indagare sulla storicità del suolo, tenendo conto delle coltivazioni e concimazioni effettuate nei precedenti cicli colturali. In mancanza di analisi, inoltre, bisogna almeno sapere i valori di ph e salinità del terreno e delle acque d’irrigazione.
Oltre ai fattori limitanti sopra menzionati (elementi nutritivi, acqua, luce, temperatura, ecc.) se ne può aggiungere un altro di non poca importanza: il fattore umano (agricoltore) insieme alla disponibilità di mezzi e attrezzature.
Esempio pratico: abbiamo un bel vigneto, carico d’uva, ben nutrito e in salute; si sono verificate le condizioni climatiche favorevoli ad un attacco di peronospora, arriva il giorno che dobbiamo trattare e ci accorgiamo che l’atomizzatore ha un guasto; cerchiamo un contoterzista, ma questo ci canzona e ci viene a fare il trattamento dopo quattro giorni. Il vigneto subisce l’attacco di peronospora. In questa fattispecie il fattore limitante è stato il fattore umano e la disponibilità di mezzi.
Tuttavia i fattori possono interagire fra loro rendendo la risposta delle coltivazioni più complessa.
La Legge di Liebig è stata estesa anche alle popolazioni biologiche ed è comunemente usata nei modelli di ecosistemi.
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