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Tutto sul concime organico: benefici, tipi e modalità d’uso per orti e colture agricole.
Il concime organico è un componente basilare dell’agricoltura sostenibile e dell’orticoltura biologica, in particolar modo per la capacità di migliorare la fertilità del suolo in modo naturale e duraturo. Ottenuto da materiali di origine vegetale o animale, contribuisce a mantenere l’equilibrio microbiologico del terreno e a garantire uno sviluppo armonico delle colture. Vediamo insieme le cose principali da conoscere per utilizzarlo correttamente.
Il concime organico è un fertilizzante derivato da sostanze di origine biologica che, attraverso processi di decomposizione naturale, rilasciano gradualmente nutrienti assimilabili dalle piante. A differenza dei concimi chimici, costituiti da elementi nutritivi in forma immediatamente disponibile seppur a breve termine, l’organico arricchisce il suolo e ne migliora le proprietà fisiche, chimiche e biologiche nel lungo periodo.
La sostanza organica presente in tali concimi, una volta decomposta, contribuisce alla formazione dell’humus, una componente stabile che svolge un ruolo chiave nella ritenzione idrica, nella disponibilità di nutrienti e nella vitalità microbica del terreno. Per di più, l’impiego di concimi organici riduce il rischio di fenomeni di lisciviazione e salinizzazione, frequenti solitamente con l’impiego eccessivo di fertilizzanti di sintesi.
Il concime organico, pertanto, è una fonte di nutrimento per le piante e un vero e proprio ammendante del suolo, ottimo per rigenerare e valorizzare altresì i terreni impoveriti o sfruttati da coltivazioni intensive.
L’offerta di concimi organici è ampia e diversificata e la scelta del prodotto adatto potrebbe dipende da numerosi fattori tra cui la tipologia di coltura, le caratteristiche del suolo, la disponibilità locale di materiale organico e l’obiettivo agronomico perseguito. Un suggerimento da parte degli esperti: si potrebbe optare per un concime organico biologico per tutte le coltivazioni affinché si possa gestire in maniera corretta. Vediamo ora i concimi naturali maggiormente impiegati.
Tra i principali concimi organici ne figurano tre in particolare, ovvero il letame, il compost e l’humus.
Il letame è il prodotto della decomposizione di escrementi animali (in particolare bovini, ovini, suini o equini) e miscelati con lettiera vegetale (paglia o segatura). A seguito di un periodo di fermentazione controllata (circa 6-12 mesi), si trasforma in una sostanza stabile e ricca di elementi nutritivi, tra cui azoto organico, fosforo, potassio e microelementi. Il letame maturato ha un’azione fertilizzante progressiva e duratura, agendo oltremodo quale ammendante strutturale per migliorare l’aerazione e la lavorabilità del suolo.
Il compost agricolo è il risultato di un processo aerobico di decomposizione di residui organici vegetali e animali, tra cui gli scarti di potatura, gli sfalci d’erba, i residui colturali e dei sottoprodotti agroalimentari. Tale tecnica richiede condizioni controllate di umidità, temperatura e ossigenazione, al fine di ottenere un prodotto stabile, igienizzato e privo di semi infestanti. Il compost contribuisce ad aumentare il contenuto di sostanza organica del suolo, stimolare la flora microbica utile e migliorare la capacità del terreno di trattenere acqua e nutrienti.
L’humus, ultimo ma non meno importante, è il prodotto finale della decomposizione della sostanza organica, costituito da composti organici complessi e stabili nel tempo. A livello agronomico, l’humus è una riserva di nutrienti a lento rilascio e un componente determinante per la struttura del suolo. L’humus di lombrico, per fare un esempio pratico, è ottenuto attraverso la digestione di materiale organico da parte dei lombrichi e risulta particolarmente pregiato per la sua ricchezza in microrganismi benefici (oltre alla capacità di stimolare la crescita radicale).
L’impiego corretto del concime organico richiede una pianificazione accurata, basata sulle esigenze specifiche delle colture e sullo stato del terreno. Generalmente, i periodi ideali per la distribuzione sono compresi tra la fine dell’inverno e l’autunno, quando il suolo è ancora in grado di assorbire gli elementi nutritivi senza essere esposto al rischio di dilavamento.
In fase di preparazione del terreno, prima della semina o del trapianto, il concime organico deve essere incorporato meccanicamente allo strato superficiale del suolo (20-30 cm), per favorire l’attività microbica e l’inizio dei processi di mineralizzazione. Durante il ciclo vegetativo è possibile intervenire con apporti mirati, come per esempio il nitrato di calcio, per sostenere le fasi fenologiche più esigenti e integrare i nutrienti essenziali.
È importante sottolineare che l’efficacia del concime organico non è immediata, poiché i nutrienti vengono resi disponibili nel tempo attraverso l’attività microbiologica del suolo. Per questo motivo, si consiglia di considerare una programmazione agronomica a lungo termine, che tenga conto delle dinamiche naturali della fertilità._1.png)
L’utilizzo del concime organico offre numerosi vantaggi rispetto ai fertilizzanti minerali, sia dal punto di vista agronomico che ambientale. Tra i principali benefici vediamo i seguenti:
• miglioramento strutturale del suolo: grazie alla sostanza organica, il terreno diventa maggiormente poroso, con un’alta capacità di trattenere l’umidità e favorire la penetrazione radicale;
• rilascio graduale dei nutrienti: l’apporto nutrizionale del concime organico è stabile e progressivo, riducendo il rischio di eccessi o carenze improvvise;
• riduzione dell’impatto ambientale: i fertilizzanti naturali minimizzano l’inquinamento delle falde acquifere e contribuiscono a sequestrare carbonio nel suolo, contrastando il cambiamento climatico;
• incremento della biodiversità microbica: i microrganismi utili presenti nel concime organico migliorano la salute del suolo e contribuiscono alla resistenza delle piante contro patogeni e stress abiotici;
• compatibilità con l’orto biologico: l’uso esclusivo di concimi organici è in linea con i disciplinari dell’agricoltura biologica, che vietano l’impiego di sostanze chimiche di sintesi.
Tali vantaggi si traducono in un’agricoltura volta al futuro, capace di garantire rese sostenibili e di alta qualità che non compromette la salute del suolo e dell’ecosistema.
La modalità di applicazione del concime organico varia in funzione della scala produttiva e del tipo di coltura. Nell’orto domestico o nell’orto biologico, l’utilizzo è solitamente manuale, con distribuzione localizzata nelle buche di trapianto o lungo i solchi. In un contesto di questo tipo, si può optare per compost maturi o humus di lombrico, che favoriscono la crescita sana delle piante senza rischi di sovradosaggio.
Per le colture estese, al contrario, si suggerisce l’impiego di tecnologie meccanizzate per la distribuzione uniforme del concime organico, come spandiletame o distributori per compost. In questo caso, si può adottare un approccio integrato con analisi del terreno e bilanci nutrizionali, al fine di definire piani di concimazione mirati. Particolare attenzione deve essere posta al tempo di applicazione, alla profondità di interramento e alla maturazione del prodotto, per evitare fenomeni di fitotossicità o perdite di azoto per volatilizzazione.
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